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sabato 12 novembre 2011

"Breakfast at Tiffany's", 50 anni eppure così giovane (senza botox!)

Come promesso due post fa dedico questo intervento al ritorno di "Colazione da Tiffany" sul grande schermo. Ok, oggi è il 12 novembre e il film è stato proiettato nelle sale il 9 novembre. Cosa ho fatto in questi tre giorni?.... Ho oziato xD La pigrizia si è impossessata di me e mi ha impedito di scrivere un tributo all'eleganza di uno dei film più amati di tutti i tempi. Ma recuperiamo subito u.u

La pellicola, tratta dall'omonimo romanzo di Truman Capote e uscita per la prima volta nel 1961, ha letteralmente consacrato la celebre Audrey Hepburn come icona di stile e di raffinatezza. Tutti conoscono l'immagine dell'attrice con tanto di tubino nero e occhiali da sole intenta a mangiare (neanche tanto raffinatamente, ad essere completamente sinceri xD) il suo croissant insieme al caffè davanti alla vetrina della gioielleria Tiffany a New York. Il film, infatti, è ambientato proprio nella Grande Mela, dove abita Holly Golightly (Miss Hepburn, appunto) una donna all'apparenza fuori di testa che vive col suo gatto (di nome e di fatto) e conduce una vita stravagante e alla giornata. La giovane fa la conoscenza del nuovo vicino di casa, Paul Varjak (interpretato dall'affascinantissimo George Peppard) che ben presto si innamora di lei. Ma che film sarebbe senza un po' di 'drama'? Audrey/Holly, infatti, è nascosta sotto una falsa identità e in realtà non è altri che Lulamae, una povera stracciona che prima di arrivare a New York a fare la bella vita viveva con suo fratello insieme all'uomo che anni prima aveva deciso di sposare. La donna non vuole tornare alla sua vecchia vita, ma anzi cerca un uomo ricco che la possa riscattare dal suo passato miserabile e spazzi via le "paturnie", come le chiama lei, i momenti di tristezza in cui sente l'irrefrenabile bisogno di andare ad osservare le vetrine di Tiffany, l'unico posto nel quale si sente serena e a casa. Alla fine, ovviamente, l'amore trionfa, e sebbene Paul non sia per niente ricco né importante i due si dichiarano il proprio amore con tanto di bacio sul "The end".
Sono rimasto estremamente colpito dalla trama del film, che sebbene semplice non scade nel noioso, come tanti film d'epoca che per noi giovani rimangono di difficile apprezzamento. Per certi versi ironica e comica, con le sue manie stravaganti, e per certi versi drammatica e profonda, nell'affetto provato verso il suo "Fred", il fratello che Holly non vede da tanto tempo, l'interpretazione della Hepburn è assolutamente magistrale. Il suo personaggio è totalmente moderno nella voglia che ha di evadere da una vita ordinaria e triste, di cercare qualcosa di meglio, voglia che al giorno d'oggi la accomuna a tanti giovani. L'eccentricità aiuta Holly a tenere lontane le "paturnie", a vivere "like there's no tomorrow", e quando proprio non può fare a meno di abbandonarsi alla tristezza c'è Tiffany, che le riporta allegria e riaccende dentro lei la determinazione a cercare un'esistenza migliore.
L'eleganza di Audrey Hepburn pervade ogni singolo fotogramma del film, un'eleganza fatta di semplicità, di non ostentazione, di tubini neri, cappotti bon-ton e trucco acqua e sapone. Mi ha lasciato senza parole vedere quanto gli abiti usati nel film siano attuali: a partire dal little black dress, intramontabile classico che supera ere e mode, al cocktail dress rosa shocking utilizzato nella scena del telegramma e al cappottino rosso della scena del furto, per non parlare degli abiti maschili di George Peppard, anch'essi classici ma proprio per questo moderni, senza età.
"Colazione da Tiffany" deve diventare un modello, per chi si occupa di stile, moda, ma anche più semplicemente per chi ama la cura di sé nella vita di tutti i giorni, di semplicità. Un modello che ci ricordi che si può essere inimitabili e immortali senza dover caricare all'eccesso l'immagine che diamo di noi. Un modello per farci capire che possiamo esprimere ciò che abbiamo dentro anche senza essere eccessivi e allo stesso tempo rimanere unici.
Audrey Hepburn riesce a far sembrare l'eleganza un obiettivo facile da raggiungere, ed è a questo che dobbiamo mirare. Effortless beauty = bellezza senza sforzo. Non dobbiamo sforzarci per essere meravigliosi, dobbiamo esserlo e basta.
"Colazione da Tiffany", ha 50 anni ma non li dimostra.

3 commenti:

  1. La scena finale è strepitosa. Lei che torna indietro a prendere Gatto/tutto l'amore di cui credeva di non aver bisogno...nonostante sia un film leggero colazione da Tiffany ha dei momenti di grande pathos...lo adoro!

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  2. Ahah le paturnie <3
    Sì è vero, è un film intelligente però alla portata di tutti! E poi veramente, a me è bastata l'eleganza dei personaggi, e non parlo solo di abbigliamento, per emozionarmi!

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